Dante Alighieri gobbi

Capitone alla brace e gobbi in umido di Leonia

Non è un segreto e non ci vergognamo certo a dirlo che a noi broccoli piace trattarci bene e, ogni tanto farci trattare bene e a farci trattar bene da Leonia ormai c’abbiamo preso il vizio!

Chi è Leonia? Chi si fosse perso la prima puntata può andare QUI dove può trovare la sua deliziosa Zuppa di castagne e ceci.

Come vi avevamo anticipato, piano pianino vi porteremo alla scoperta della cucina della Tuscia e nello specifico di Montefiascone, grazie alla nostra inviata speciale che ha immortalato i segreti culinari della suddetta maga dei fornelli.
Questa volta il giro turistico lo facciamo attraverso un secondo e un contorno: il capitone alla brace e i gobbi in umido.

Capitone alla brace
Il capitone, ovvero la femmina di grandi dimensioni dell’anguilla, è una specie diffusa nelle acque dolci e salmastre e quindi non c’è da stupirsi che sia uno dei piatti tipici di Montefiascone che si trova a pochi passi dal lago di Bolsena.

Questo piatto ci piace molto, non solo per ovvi motivi di golosità ^_^, ma anche perché palesa quanto sia stretto il legame fra un territorio, le sue ricette, la sua storia e, talvolta, anche la letteratura.
Per farci un’idea di quanto la fede, la cucina e la Tuscia siano legate basti pensare a Papa Martino IV: soggiornò alla Rocca e viene ricordato non solo per aver reso una reggia la “casuccia” a Montefiasconte, ma anche per il fatto che fosse ghiotto delle anguille del lago di Bolsena … Tanto che Dante lo pose in Purgatorio, tra le anime … dei golosi.

«…ebbe la Santa Chiesa e le sue braccia: dal Torso fu, e purga per digiuno l’anguille di Bolsena e la Vernaccia» (Dante Alighieri, Divina commedia, Purg. XIV,21-24)

Ingredienti

1 capitone di circa ½ kg
sale q.b.
pepe q.b.
alloro q.b.
limone q.b.
olio evo q.b.

Procedimento

Pulire e lavare il capitone, aggiungere sale e pepe, avvolgerlo nelle foglie di alloro. Adagiare il capitone sulla griglia e mentre si cuoce emulsionarlo con olio e limone, precedentemente amalgamati. A cottura ultimata servire.

Gobbi in umido
Il gobbo è una verdura romana della famiglia del carciofo, sebbene abbia una forma che ricorda il sedano.  A Montefiascone (e nella zona di Roma) è tipica del pranzo di Natale come antipasto o contorno, ma è un piatto invernale buono per tutta la stagione (da ottobre a febbraio).

Si chiama “gobbo” per la forma, appunto, ingobbita che deriva dal tipo di coltivazione: vengono interrati e nel tentativo di cercare sole si ingobbiscono (maggiori info le trovate da slow food o, ancora meglio, su gentedelfud). 

Ingredienti
1 gobbo
sale q.b

olio q.b
aglio q.b
peperoncino q.b
3 cucchiai di passata di pomodoro

Procedimento

Pulire il gobbo, togliendo la parte esterna dura, lavarlo accuratamente, spezzarlo e metterlo in pentola in acqua salata, farlo bollire. A cottura avvenuta scolarlo. Preparare nel frattempo un soffritto in un tegame con olio di oliva e spicchio di aglio. Aggiungere il gobbo, il peperoncino e il pomodoro. Far cuocere il pomodoro, amalgamare e lasciare insaporire.

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