dolci dolci giapponesi

Una domenica fra i dolci giapponesi: daifuku e tsubu-an hand made

Dopo un fine settimana molto allegro i must sono due: la zuppa di finocchio e il totale bivacco.
Proprio mentre rantolavamo come Paperino in quei giorni no dove vorrebbe solo pisolare, strisciando fra divano e letto, fra la zuppa e il pc, ecco che un neurone incomincia a lavorare e ci ricordiamo che avevamo prenotato una lezione di dolci giapponesi…Dramma, che fare? Lasciare il divano? Oddio se la prenderebbe troooppo a male, povero caro, sempre così disponibile con noi, sempre così presente…Certo anche non presentarci non sarebbe molto carino da parte nostra, possiamo fare solo una cosa: indossare gli occhialoni da sole e affrontare il pomeriggio fuori casa con stoico coraggio! Intanto rincuoriamo il caro divano e gli diciamo che torneremo presto, non lo lasceremo solo troppo a lungo e poi se non combineremo disastri potremo invitare qualche amico a gustare il frutto del nostro corso e prendere un teuccio in compagnia… sul divano!
Intanto, mentre andiamo prendiamo anche la macchinetta fotografica e pensiamo che in giro ci sono un po’ di contest, insomma potremmo unire utile e dilettevole.
Subito ci è venuto in mente “Dolci dal mondo” di Japan th wonderland, ma mentre eravamo lì è sbucato un bellissimo fogliettino con la ricetta e non potevamo non pensare a “Mi dai la ricetta?” di Spelucchino.
Ma, visto che tutto si è svolto di domenica, un pensiero è corso anche alla cara Meggy e al suo contest “E’ arrivata un’altra domenica” dedicato alle ricette anti-malinconia domenicale. Cosa c’è di meglio di una lezione di pasticceria per affrontare la melanconia?
Le ricette che proponiamo sono frutto delle nostre manine, della nostra curiosità (non sottovalutiamo anche la dose di coraggio che ci ha portato fuori casa dopo la serata troppo allegra), ma anche di una sapiente lezione, della dolcezza e della competenza della deliziosa chef nipponica che ci ha regalato un po’ della sua conoscenza. Questo lo abbiamo voluto chiarire per i contest, boh, possiamo partecipare lo stesso? Noi ci proviamo comunque 🙂
Questo è il risultato finale:

aperti

Iniziamo a raccontarvi la preparazione dello Tsubu-an, ovvero la famosa marmellata di azuki (fagioli rossi) di cui vanno ghiotti tutti gli amanti della cucina giapponese.

Per preparare questa dolcezza esotica e stupire gli amici vi basta veramente poco: andate in qualsiasi supermarket fornito, o ancora meglio un biologico, e comprate una confezione di azuki, il gioco è fatto! Tutto il resto lo avete in casa!
Le dosi sono 1a1, dunque per 200 gr. di azuki dovrete usare 200 gr. di zucchero (se volete fare una micro prova potete fare 100 e 100); poi vi servono un pizzico di sale e acqua.
La parte più noiosa è quella iniziale: sciacquare i fagioli e poi lasciarli in ammollo una notte; fatto ciò dovrete mettere i fagioli in un pentolino, coprirli di acqua e farli bollire per 10 minuti. A questo punto aggiungere un bicchiere d’acqua, farli bollire per altri 10 minuti. Non è finita qui, dovrete scolarli, rimettere acqua fredda e ripete di nuovo l’operazione (quindi altre due bolliture da 10 minuti). Questa operazione (che in giapponese si chiama shibunuki) serve a togliere il sapore amaro ed è solo il preludio per la bollitura finale: scolarli, aggiungere acqua (circa il doppio rispetto al contenuto) e rimettere a bollire per 2 ore.
Dopo le 2 ore è tutto in discesa, vi siete levati di torno la parte noisetta (era ora!). Bene i fagioli a  questo punto sono morbidi (se non lo sono, ahivoi, attendete ancora), togliete l’acqua e aggiungete un pizzico di sale e la dose di zucchero. A questo punto avete di fronte a voi una marmellata come le altre: i vostri bicipiti dovranno avere la meglio sul composto e dovrete rimestare fino a che non avrete un composti denso e lucido.
Se la verve esterofila nel frattempo vi è svanita potete fermarvi qui e usare la marmellata per condire per condire i pancakes o i dorayaki, se preferite la versione nipponica.
Se invece siete stati folgorati sulla strada dell’esotico o volete proprio sconvolgere i vostri invitati allora potete andare avanti e realizzare i Daifuku.
Primo passo procacciarsi della frutta, il classico dei classici è con le fragole, ma è molto buono anche con le banane.
Pulite la frutta, se usate le fragole potete lasciarle intere, le banane, invece, vanno tagliate a fette. Fatto ciò  prendete lo tsubu-an (che avrete lasciato rafferddare) e preparate delle palline da 15-20 gr. e in ogni pallina inserite una fragola o un pezzo di frutta in questo modo:

Ora potete dedicarvi al daifuku.
Per l’impasto, il mochi, vi servono (dosi riferite allo tsubu-an realizzato con 200 gr. di azuki):
50 gr. di farina di riso glutinoso (qui scatta sempre il supermarket fornito, il biologico e il fantastico negozietto etnico che tutti abbiamo sottocasa)
80 gr. di zuccero
100 cl di acqua
fecola di patate q.b.
Il procedimento è semplice: dovete mescolare la farina, lo zucchero e l’acqua ottenendo un composto abbastanza liquido. A questo punto lo potete passare se ci sono dei grumi, se siete pignoli passatelo in ogni caso…il grumo infido è sempre in agguato!
Intanto preparate una teglia e spolveratela con fecola di patate.
Ora ritirate fuori i bicipiti! Eheh dovete mettere il composto in un pentolino e cuocerlo a fuoco medio finché non si trasformerà in un blob, ovvero un composto gommoso.
Ora potete mettere il vostro blob sulla teglia, contenetelo con la spatola dandogli una simil forma a mattonella e iniziate a tagliare piccoli pezzi da circa 20/25 gr.)

Sporcate le mani con la fecola, prendete i pezzettini, trasformateli in dischetti e impacchettate la frutta circondata di tsubu-an:

L’impasto è molto bello perché leggermente trasparente. il marroncino che vedete nella foto altro non è che la marmellata di fagioli.
A questo punto i vostri dolcetti sono pronti!

chiusi e aperti

Potete sfoggliarli per un dopo cena o per un teuccio con gli amici!

Ovviamente siamo rimasti folgorati dal fogliettino volante con la ricettina in giapponese che la chef aveva sempre sott’occhio, quello che si vede in una foto precedente e che non abbiamo potuto fare a meno di immortalare

Beh dopo questo lunghissimo post non possiamo esimerci dal dire dove abbiamo imparato a realizzare queste chiccose golosità, anche perché il posto è molto carino, ci sono corsi di ogni genere (sempre legati alla cultura giapponese), dunque se siete curiosi sbirciate il loro sito QUI.

21 Comment

  1. Che bello e molto originale questo dolce!
    Ti invito a partecipare con questa ricettina alla mia raccolta delle fragole!!! Puoi postare tutte le ricette che hai a base di fragola.

    Ti aspetto!
    Irina

  2. @caia: eh sì sono buoni ^_^
    @lacucinadiirina: uhh veniamo subito a curiosare
    @maniinpasta: sì, molto scenografici 🙂
    @ornella: graziee cara :DD
    @cleare: dai provali, basta comprare gli azuki e la farina di riso glutinosa che tra l'altro costa pocopoco ^_^

  3. Ciao!^^ grazie x la partecipazione…
    Aaah, gli ichigo daifuku!!! :Q_ ma non e' troppo poco 50g di shiratamako? O.o io solitamente uso piu' meno la stessa quantita' di acqua e farina… E la cuocio a vapore. Sara' che ogni giappo ha una ricetta diversa…XD

  4. Tutto a posto!
    Grazie per la, anzi le ricette made in Japan ^_^
    Forte la ricetta della marmellata di fagioli rossi!
    Aggiunta all'elenco…
    Buona serata 🙂

  5. o che bel post carino.
    mi hai fatto morire e mi è sembrato di vedervi mentre uscite, vostro malgrado, di casa con gli occhiali da sole (eccessi etilici la sera prima, eh? birboni!)
    e i dolci sono uno sballo. oltre che meravigliosamente gluten free

  6. @Sayuri: abbiamo seguito le istruzioni e sono venuti buoni, ma noi siamo dei profani non ti sappiamo dire se con più grammi sarebbero venuti ancora meglio. ma tu sei una maestra indiscussa, cuoci al vapore!! mito
    @Le ricette dell'Amore Vero: cara provali e facci sapere 🙂
    @Gio: eheh lo sforzo è stato premiato
    @Barbara: grazie a te ^_^
    @La Gaia Celiaca: ehehehe broccoli birboncelli, hai ragione 😀

  7. Ma che belli!
    I miei super complimentoni!
    Ne rubo uno perchè sono irresistibili!
    Bravissima perchè non sembra neanche tanto facile ralizzarli!
    baci buon we!

  8. Finalmente riesco a vederli!!Fa-vo-lo-si!Grazie ragazze, questa ricetta oltre ad essere coloratissima è anche mooolto interessante, bravissime!Mille baci

  9. cara Banda, mi avete fatto un sacco sorridere con questo post! non sono stata universitaria fuori sede, ma quando il fiancée rimaneva solo a casa per l'estate, il tonno in dispensa era l'unica cosa che non mancava mai e la pasta pomodorini e tonno ancora adesso è il suo cavallo di battaglia! 😀

    proveremo presto la vostra variante con peperone e acciughe 🙂

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