Ecco quei giorni per noi non esistono… Il punto è che siamo ormai certi di avere un chip nascosto nel cuore e quando arriva, per un motivo o per un altro, a quel grado di malinconia, scatta un allarme rumorosissimo e gli amici più stretti si materilizzano davanti al tuo letto.
Saliti di corsa su un treno avevamo in testa un’idea ben chiara di quello che avremmo trovato al nostro arrivo. Conosciamo bene la montagna, la nostra montagna: fiera, imperturbabile e generosa, come la gente che ci vive.
Scesi alla stazione ci ha accarezzato la tramontana e un profumo prepotente e fresco di pino e timo. Sole e neve tutto intorno, questo è Maggio, quello di casa.
10 uova
5 kg. di farina
2 kg. di zucchero
500 ml. di olio di semi
400 gr. di burro
700 gr. di canditi
una manciata di semi di anice
5 stecche di cannella macinate
100 gr. di lievito di birra
1 litro di latte
1 kg. di patate lesse
250 ml. di rum
250 ml. di liquore all’anice
1 kg. di pasta di pane
Lavorare sulla spianatoia la pasta di pane con 2 uova (in più dalle 10 della ricetta) più un bicchiere per metà acqua per metà latte caldi ma non bollenti aggiungendo un pugno di sale e un pò di farina in modo da ottenere un impasto morbido ma non liquido.
L’impasto ottenuto va fatto lievitare una notte.
Il giorno seguente utilizzando una grande pentola far sciogliere a fuoco lento prima il burro e l’olio poi aggiungere latte, zucchero, rum, liquore all’anice, cannella macinata, semi di anice, patate lesse schiacciate.
Sulla spianatoia fate una fontana con la farina, riprendete la massa del giorno prima e sistematela al cento pian piano un uovo per volta, un pò del composto tiepido, i canditi, in ultimo il lievito di birra sciolto in un pò di latte tiepido. Il composto ottenuto dovrà essere morbido ma non liquido.
Formate ora delle pagnotte, copritele con un panno di cotone e sopra uno di lana.
E poi testuali parole della nonna: “Quando la pasta sarà raddoppiata di volume portate al forno”. Comunque più o meno 4 ore.
Perchè la nonna con questa dose faceva almeno 6 pizze di Pasqua ed era così bello tenerle la mano calda e accompagnarla dal fornaio mentre bella ed elegante portava sulla testa un canovaccio arrotolato e la spianatoia piena di pizze da cuocere…
E alla fine è così facile sorridere!!
quando qualcosa ci ricorda chi abbiamo amato è ancor più buono ai nostri occhi. Questa pizza di pasqua è perfetta tutto l'anno, è un peccato farla solo una volta..è un pochino lunghetta però mi sa tanto che ne vale la pena eh?
concordo con Claire…peccato farla solo una volta. Direi di ripeterla in trasferta al tuo ritorno 🙂 un bacio
Deliziosa questa torta di Pasqua.
complimenti.
Non conoscevo questa pizza pasquale ma mi avete fatto venire voglia di treno, montangna, odore di casa, mamma (eh, si…), tavola apparecchiata e sapori antichi. D'altra parte mi dicono sempre che "so' antica" e la tavola non poteva di certo fare eccezione.
Grazie per aver condiviso questa ricetta preziosa e molto intima.
'Bracci e baci
Che meraviglia…la pizza di Pasqua e la nonna….quanti ricordi anche per me! Grazie per questo magico post…
Ciao bel blog! Mi sono unita ai tuoi lettori fissi per tenermi aggiornata con tutte le tue novità….spero che visiterai il mio nuovo blog e che diventerei anche tu una lettrice. A presto
le ricette hanno sempre una storia, i sapori sono sempre pieni di ricordi e questi sapori…bhe questi arrivano dritti dritti al cuore
certo che si! abbiamo tanto da festeggiare, giusto?!
ciao alice, grazie!!!! Provala al prossimo tè col Cappellaio Matto :)a presto!
è una ricetta che profuma e fa bene al cuore! Dunque non ha tempo, né scadenza 🙂 'bracci a te!!!
francy bella, grazie a te 🙂 mamminafatata!
Ciao Gessica, grazie mille! certo corriamo subito da te!
bello avere gli amici che ti sono accanto quando ne hai bisogno!
ma per due persone belle come voi non è certo difficile 🙂
un abbraccione!
ps la torta di pasqua la annoto subito!
Bello bello, la pizza e il post!!!! Mi fanno mori' le dosi… Solo le donne di una volta erano capaci di impastare a mano tali quantità. Che donne!!!!!!
Vorrei sapere per quanto deve cuocere e a che temperatura
Ciao Anna, è vero scusaci, non c’è temperatura e neppure tempo di cottura… Abbiamo ricontrollato il pizzino della nonna ed effettivamente lì non c’era, ma quando l’abbiamo fatta noi ha cotto un’ora circa, infornata a 180°C, forno caldo, statico. Buon appetito 🙂