Il titolo di questo post è un velato omaggio ad Arundhati Roy e al suo “Il dio delle piccole cose”, un libro che (come molti) è arrivato per caso nelle nostre mani per poi ancorarsi nelle pieghe dei nostri pensieri.
“Si?”
“Ma se lo facessimo qui?”
“Uhhh!!!Sììì”
“Immagina come verrebbero beneee *.*”
…
E visto che la prima volta c’è andata bene e che Svizzera e Sicilia si vogliono ancora più bene, dopo i mini arancini siamo partiti di slancio con la seconda ricetta rivisitata..
Stavolta il rischio è maggiore, a essere reinterpretata è stata la ricetta del sartù di mamma broccola e se lei ci disereda ci sfamerà lo Sbrinz!
250 gr. di riso originario
Per la crema di sbrinz.
Ammollare nel latte lo sbrinz tagliato a fettine sottili per una mezz’oretta.
Scaldare quindi a fuoco basso aggiungendo il burro, mescolando con una frusta fino a che il formaggio non si sia sciolto del tutto.
Aggiungere il tuorlo d’uovo e mescolare per ancora altri 20 minuti e poi man mano paprika a vostro gusto (noi ne abbiamo messi 2 cucchiaini e mezzo).
Servite il quasisartù con la crema calda sopra o a specchio nel piatto (noi abbiamo usato dei piattini rubati al servizio da tè), secondo vostro gusto.
E di nuovo con questo piatto partecipiamo al contest dei formaggi svizzeri grazie a Peperoni e patate
Ma che bella l'idea del sartù di riso in questo formato!! Mi piace molto sia la ricetta che avete scelto che la realizzazione….carinissima!!!
fantastiche!!!! super sfiziose!
A me questa rivisatazione sembra proprio buona!Sono certa che incontrerà l'approvazione anche di mamma broccola 😉
"La creazione di piccole gioie" è una sana filosofia di vita, un salvacondotto da ciò che tinge di grigio la nostra quotidianetà. Basta aver cura di preservare un dettaglio dalla visione di insieme per cambiare prospettiva e per riservarsi un momento confortante e perchè no sorridente, ancor più quando nasce da un piccolo salto nel nuovo. Qui è il sartù rivisitato a fare da grimaldello nei confronti della tradizione ed il risultato è di certo un bel sorriso di soddisfazione, di quelli che restano come quando da piccolo sono riuscito a prendere dei loti da un albero che 'non andava toccato per tradizione (sempre quella)' e scoperti invece di essere caxxiati abbiamo avuto addirittura il permesso di inaugurare una stagione di raccolta libera…
Piccole gioie appunto che restano… :)))
Complimenti per gli arancini e per questa versione di sartù…dell'eredità! 😛 eheheheheheh
"La creazione di piccole gioie" è una sana filosofia di vita, un salvacondotto da ciò che tinge di grigio la nostra quotidianetà. Basta aver cura di preservare un dettaglio dalla visione di insieme per cambiare prospettiva e per riservarsi un momento confortante e perchè no sorridente, ancor più quando nasce da un piccolo salto nel nuovo. Qui è il sartù rivisitato a fare da grimaldello nei confronti della tradizione ed il risultato è di certo un bel sorriso di soddisfazione, di quelli che restano come quando da piccolo sono riuscito a prendere dei loti da un albero che 'non andava toccato per tradizione (sempre quella)' e scoperti invece di essere caxxiati abbiamo avuto addirittura il permesso di inaugurare una stagione di raccolta libera…
Piccole gioie appunto che restano… :)))
Complimenti per gli arancini e per questa versione di sartù…dell'eredità! 😛 eheheheheheh
I vostri quasisartu sembrano deliziosi! complimenti! e bellissimi anche i piattini del servizio di thè…mi aggiungo tra i vostri lettori per restarci. A presto e buona serata!
il libro l'ho letto un paio di anni fa ed è bellissimo!!
golosi gli arancini svizzeri 🙂
un abbraccio