piselli sbrinz

La gioia delle piccole cose…Semisfere golose

Il titolo di questo post è un velato omaggio ad Arundhati Roy e al suo “Il dio delle piccole cose”, un libro che (come molti) è arrivato per caso nelle nostre mani per poi ancorarsi nelle pieghe dei nostri pensieri.

Il romanzo parla dei piccoli eventi quotidiani che, anche se possono sembrare insignificanti, riescono a cambiare l’andamento delle vite.
Se un po’ ci conoscete lo sapete già quanto questa idea sia radicata in noi. A volte un piccolo disguido può scatenare tempeste, viceversa un incontro inaspettato può servirci a scoprire mondi sconosciuti.
Siamo fortemente convinti che la gioia non la regali nessuno, ma vada cercata, seminata, accudita a seconda delle circostanze.
In questo post il mood è “la creazione di piccole gioie”.
Avreste dovuto vederci nella nostra piccola cucina … Eravamo tutto uno strepitare:
“Maaa ..”
“Si?”
“Ma se lo facessimo qui?”
“Qui dove?”
“Ecco, qui!”
“Uhhh!!!Sììì”
“Immagina come verrebbero beneee *.*”
coro: “Sìsì proviamoci!!”


E visto che la prima volta c’è andata bene e che Svizzera e Sicilia si vogliono ancora più bene, dopo i mini arancini siamo partiti di slancio con la seconda ricetta rivisitata..

Stavolta il rischio è maggiore, a essere reinterpretata è stata la ricetta del sartù di mamma broccola e se lei ci disereda ci sfamerà lo Sbrinz!

250 gr. di riso  originario

mezza bustina di zafferano
1 uovo
100 gr. di prosciutto cotto.
100 di sbrinz
100  di piselli
olio evo q.b.
sale q.b.
pepe q.b.
Per la crema
100 gr. di sbrinz
10.gr. di burro
60 ml. di latte
sale q.b.
paprika q.b.

Lessare il riso in acqua salata, scolare, sistemare in una ciotola.

Cuocere i piselli in padella con olio e.v.o. e poca cipolla, aggiungere poi al riso, insieme all’uovo, allo zafferano sciolto in poca acqua, lo sbrinz, il prosciutto cotto, pepate a piacere.
Noi abbiamo sistemato il riso in dei ministampini in silicone a forma di semisfera, ma potete usare una teglia unica o dei pirottini in alluminio monodose, va bene tutto!
Ricordate che se usate la teglia unica o i pirottini in alluminio sarà opportuno imburrare il fondo.
Sistemate in forno preriscaldato a 200°C e cuocere per 10 minuti.

Per la crema di sbrinz.

Ammollare nel latte lo sbrinz tagliato a fettine sottili per una mezz’oretta.
Scaldare quindi a fuoco basso aggiungendo il burro, mescolando con una frusta fino a che il formaggio non si sia sciolto del tutto.
Aggiungere il tuorlo d’uovo e mescolare per ancora altri 20 minuti e poi man mano paprika a vostro gusto (noi ne abbiamo messi 2 cucchiaini e mezzo).


Servite il quasisartù con la crema calda sopra o a specchio nel piatto (noi abbiamo usato dei piattini rubati al servizio da tè), secondo vostro gusto. 


E di nuovo con questo piatto partecipiamo al contest dei formaggi svizzeri grazie a Peperoni e patate


7 Comment

  1. Ma che bella l'idea del sartù di riso in questo formato!! Mi piace molto sia la ricetta che avete scelto che la realizzazione….carinissima!!!

  2. "La creazione di piccole gioie" è una sana filosofia di vita, un salvacondotto da ciò che tinge di grigio la nostra quotidianetà. Basta aver cura di preservare un dettaglio dalla visione di insieme per cambiare prospettiva e per riservarsi un momento confortante e perchè no sorridente, ancor più quando nasce da un piccolo salto nel nuovo. Qui è il sartù rivisitato a fare da grimaldello nei confronti della tradizione ed il risultato è di certo un bel sorriso di soddisfazione, di quelli che restano come quando da piccolo sono riuscito a prendere dei loti da un albero che 'non andava toccato per tradizione (sempre quella)' e scoperti invece di essere caxxiati abbiamo avuto addirittura il permesso di inaugurare una stagione di raccolta libera…
    Piccole gioie appunto che restano… :)))
    Complimenti per gli arancini e per questa versione di sartù…dell'eredità! 😛 eheheheheheh

  3. "La creazione di piccole gioie" è una sana filosofia di vita, un salvacondotto da ciò che tinge di grigio la nostra quotidianetà. Basta aver cura di preservare un dettaglio dalla visione di insieme per cambiare prospettiva e per riservarsi un momento confortante e perchè no sorridente, ancor più quando nasce da un piccolo salto nel nuovo. Qui è il sartù rivisitato a fare da grimaldello nei confronti della tradizione ed il risultato è di certo un bel sorriso di soddisfazione, di quelli che restano come quando da piccolo sono riuscito a prendere dei loti da un albero che 'non andava toccato per tradizione (sempre quella)' e scoperti invece di essere caxxiati abbiamo avuto addirittura il permesso di inaugurare una stagione di raccolta libera…
    Piccole gioie appunto che restano… :)))
    Complimenti per gli arancini e per questa versione di sartù…dell'eredità! 😛 eheheheheheh

  4. I vostri quasisartu sembrano deliziosi! complimenti! e bellissimi anche i piattini del servizio di thè…mi aggiungo tra i vostri lettori per restarci. A presto e buona serata!

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