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Clarate, vintage a kilometro zero

Mix & match: righe, pois, nastri, bottoni e non solo. “Clarate, sì, create da Clara nei ritagli di tempo e – perché no? – con gli scampoli di stoffe, t-shirt, bandiere. Nel gergo della Banda, “nouvelle cuisine” sartoriale, firmata da una giovane costumista: dagli studi televisivi – Clara veste stelle e stelline del piccolo schermo – al set del quotidiano. Ed ecco che il caro, vecchio tartan si fa mille e una ruches per l’abito baby, un po’ Holly Hobbie un po’ lolita d’oltremanica. Non solo: le icone pop – sia il trash cartoon “Beavies and Butthead” o Che Guevara, gli dei aborigeni o il teschio (dettaglio gotico, memento mori, simbolo della vanitas?) – diventano maxi loghi da indossare. Dress code alternativo, eclettico e a portata di tasche. Completa la mini collezione il ricco corredo di accessori: dalle collane oversize, annodate intorno al collo come una chioma rasta, alle tracolle puppet con naso e occhi. Ma la vera chicca è il telo multi-task con foro e stringhe: modulabile a piacere, può fungere da borsa o da sfizioso gilet per arricchire la canotta di fantasie arcobaleno. Insomma, moda passepartout, a basso costo (e impatto). Tant’è: le “Clarate” sposano la filosofia dell’acquisto responsabile alla Città dell’Altra Economia (domani, dalle 10 alle 19). Sfoggiare per credere!

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