Jung Chang metro

Da Gaza all’Italia, dondolando su un tram

Il vento freddo della crisi soffia (per precisione qui lo scirocco non ci mai degnato di una calda carezza…) e allora il clima di austerità si inizia a respirare. Si taglia un po’ tutto e se non c’è nessun libro imperdibile, beh allora si può tagliare anche in questo campo rileggendo quelli che ci sono piaciuti.

Per fortuna ne abbiamo molti, quindi possiamo scegliere anche in base al peso.
No, non scherziamo
Ormai siamo “animali da mezzo pubblico”, addestrati a ore di attesa, ore di ritardo a causa del traffico, lunghe tratte in tram, metro e se si potesse anche in pallone aerostatico.
Se anche voi siete “animali da mezzo pubblico” sapete che alcune cose sono fondamentali:
a) avere sempre una sciarpetta a portata di mano (o di borsa se si è donna) per sopravvivere a qualche compagno di viaggio che decide di intentare una guerra batteriologica contro di voi … senza l’esile sciarpetta posta in prima linea a difendere le vostre narici crollereste 10 a 0 sotto le sue ascelle;
b) mai sostare davanti alle porte se non si intende scendere, onde evitare l’ira (giustificata) degli altri avventori;
c) avere sempre un libro in cui rifugiarsi.
Noi rispettiamo sempre le tre regole, in realtà ce ne sono anche altre, ma forse le tireremo fuori per qualche altro post perché ora vogliamo concentrarci sulla c).
Per una prima lettura ve bene tutto, si è entusiasti, pronti a tutto per seguire fino alla fine le trame del romanzo; in caso di crisi e di conseguente rilettura il peso acquista importanza. Facciamo un esempio: non riprenderete mai Cigni selvatici, anche se vi è piaciuto e lo avete consigliato a tutti gli amici. Senza l’entusiasmo dell’ignoto non avrete mai il coraggio di riportare in giro per tutta la città un tomo di 681 pagine (sic!) e del peso di qualche kilo (e questa scelta, ammettiamolo, non è solo dettata dalla pigrizia, ma anche dall’oculatezza: mica volete investire quanto risparmiato in cure per la gobba?).
Detto questo è facile capire perchè il fattore peso è una delle prime personalissime regole della rilettura.
Quindi guardiamo la nostra libreria, ignoriamo i vari tomi, tomini, tomoni degni di un addetto al carico e scarico e ci focalizziamo sull’angolino slim size dove campeggiano i fantastici testi della collana assolo di e/o.

Qui avevamo già parlato di un testo della collana assolo (Aglio, menta e basilico di Izzo) e lo avevamo decantato, non possiamo che fare la stessa cosa per Gaza Blues delizioso libello che stiamo rileggendo con grande piacere.

Gaza Blues parla di vinti attraverso il racconto lungo del palestinese El-Youssef e una miscellanea di racconti dell’israeliano Etgar Keret.
I libri come questo fanno bene, servono a riportarci con i piedi per terra, ad allontanarci per un attimo dai problemi dei bagni mal frequentati (in quel di Palazzo Grazioli) e a ricordarci che esistono conflitti ancora non sedati con strascichi quotidiani di dolore.
E poi è innegabile che facciano bene al nostro edonismo perchè ben scritti, poetici e ci rimettono in pace con il bisogno innato di bello che abbiamo, un modo per fuggire dalle urla della televisione che da “cattiva maestra” non fa altro che proporci Moccia.
Ben presto, però, sentiremo parlare di questa collana anche in tv visto che sta per uscire sul grande schermo il film tratto da Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio.
Questo libro lo abbiamo amato, letto, riletto, regalato e ancora regalato (e siamo egocentricamente convinti di avere dei meriti nel suo posizionamento delle classifiche di vendita), speriamo ardentemente che il film non lo stravolga…
Ci conforta, però, sapere che uno dei personaggi sarà interpretato da Francesco Pannofino, il mitico Renè della serie (ormai cult) Boris.
Mmmm questo post meriterebbe di essere abbinato ad una bella ricettina mediterranea, mediorientale….mmm ne abbiamo una in mente, cercheremo di postarla presto. 
Volevamo lasciarvi con un pezzo tratto dallo spettacolo “How Nancy wished that everything was an april fool’s joke” di Rabin Mrouè (detto tra noi oltre ad essere un gran regista è anche un gran figo), ma youtube ahinoi ne è sprovvisto. Vi salutiamo allora con un Valzer con Bashir, altrettanto meritervole.

2 Comment

  1. sìsì leggilo è molto interessante ^.^
    per qnt riguarda il passaggio che dire?associazioni mentali perché anche lì non sono messi benissimo e poi perché il racconto lungo di El-Youssef è ambientato in un campo rifugiati in libano.
    se leggerai gaza blues facci sapere che ne pensi

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