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Fave e cicorie

“[…] Ho viaggiato così. Di oasi in oasi. Da Tangeri a Istanbul, da Marsiglia a Alessandria, da Napoli a Barcellona. E ognuna di queste città, con le sue stradine strette, tortuose, pulsanti di gente, mi ha offerto i suoi colori, i suoi frutti i suoi fiori, i gesti dei suoi uomini e lo sguardo delle sue donne. Fino a che, un giorno, io potessi dichiarare come unica verità fondamentale: sì amo queste città mediterranee in cui ci si sente come trasportati. […] A Biska, una sera di leggera brezza calda, quando sono arrivato aleggiava un aroma di polvere e caffè, il fumo di un falò di cortecce, l’odore della pietra, del montone. Me ne appropriai come ci si regala una paesaggio. Questo è l’essenziale, quando viaggiamo su queste rive: concederci quello che non potremo mai portarci via, ch esiste nel solo istante che guardiamo, e che non fa parte dei ricordi ma del piacere di vivere.”
(Jean-Claude Izzo “Aglio, menta e basilico”, edizioni e/o 2007, p.18-19)
“Aglio, menta e basilico” è un libricino “ino, ino”, ma, come spesso accade, non è la mole delle pagine o la complessa struttura di una storia a lasciare delle tracce nelle nostre coscienze.
A volte sono il tocco della penna, le sensazioni che lo scrittore riesce a comunicare e a farci provare, la capacità di portarci in angoli della nostra anima o solamente di esprimere “in bella maniera” quelli che nella nostra testa sono solo pensieri confusi.
Questo libello è stato realizzato dopo la morte di Izzo come omaggio al noto scrittore marsigliese e come palliativo per i suoi accaniti lettori. Il testo è minuscolo, contiene anche estratti da opere già edite, ma se amate il mediterraneo, il mare, il profumo di “Aglio, menta e basilico” varrebbe la pena leggerlo … potreste innamorarvene.
Approfittiamo di Izzo (sicuri che sorriderebbe all’idea) anche per proporvi una ricetta pugliese: “fave e cicorie”.
Già fave e cicorie perché rappresenta la Puglia “i suoi colori, i suoi frutti i suoi fiori, i gesti dei suoi uomini e lo sguardo delle sue donne”, fave e cicoria perché “non fa parte dei ricordi ma del piacere di vivere”.

Ingredienti per 4 persone:
1 kg. di cicoria
250 gr. di fave secche decorticate
1 carota
olio e.v.o.
sale q.b.
pepe a piacere
È un piatto che ha bisogno di un tempo un po’ lungo per la preparazione, sia perché le fave secche vanno messe a bagno, sia perché la cicoria va lavata e pulita bene. Ci vuole un po’ di pazienza quindi!
Lasciare a bagno in le fave secche per circa dodici ore in acqua con l’aggiunta di un pizzico di bicarbonato. Dopo l’ammollo scolate fave e lessatele per circa un’ora (devono praticamente disfarsi!)in acqua bollente con l’aggiunta di una carota.
Nel frattempo mondate e lavate la cicoria e lessatela in acqua bollente salata, scolatela e mettetela in una ciotola, pronta per essere servita.
Quando anche le fave saranno cotte scolatele e frullatele con il frullatore a immersione o quello tradizionale. Sistemate il purè (che deve essere compatto, ma non troppo denso) in un’altra ciotola da portata.
Il piatto è pronto, ognuno costruirà nel proprio piatto la porzione aggiungendo a piacere un filo d’olio extravergine di oliva a crudo e una spolveratina di pepe.

Come si mangia? Si passa una forchettata di cicoria dentro la purea di fave e si arrotola come fossero spaghetti.
È un piatto completo, ricco di proteine “nobili”, potete servirlo con il baccalà in umido o con dell’arista di maiale. Un abbinamento vegetariano potrebbe essere servirlo con degli spaghetti di riso conditi con julienne di porro e carotine. Un tris interessante e bello a vedersi per la varietà di colori.
Da bere? Vini rossi strutturati come un Aglianico del Vulture o un Rionero del Vulture.

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